WORKSHOP CENTRO INTERCULTURALE

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Azioni, News

11 febbraio 2023
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Corso per Animatori Interculturali del Centro interculturale della Città di Torino in collaborazione con l’associazione ASAI. Con il coordinamento dell’antropologa Silvia Stefani e la partecipazione di Mamre onlus 
Via Modane 16
10141 Torino – IT

L’AMAVO TROPPO E LE HO SPARATO
Un workshop di Irene Pittatore, in collaborazione con la formatrice Isabelle Demangeat e la curatrice Tea Taramino

Stralci di articoli e processi internazionali per violenza domestica e femminicidio, dal 1848, portano alla luce, per frammenti, le voci di donne che hanno subito abusi, dei loro aggressori e di testimoni dei fatti, svelando una spaventosa attualità e ricorrenza di azioni, discorsi e posizioni giustificatorie nei confronti degli aggressori e denigratorie nei confronti delle donne. Stampate su grandi tessuti con un carattere tipografico a punto croce, queste testimonianze diventano base di lavoro per un ricamo collettivo, itinerante. 

Nel corso del workshop, gli studenti e le studentesse sono invitati a lasciare la loro croce sui tessuti le cui testimonianze risuonano con la propria diretta esperienza di vita o di lavoro. Il ricamo si fa dunque strumento di misura della diffusione dell’esperienza quotidiana della violenza di genere. 
Un’azione condivisa di consapevolezza, immaginazione e lotta a paradigmi culturali iniqui e patriarcali, nel tentativo di tracciare, anche visualmente, alternative e vie di fuga.

Ciascuno dei teli ricamati introdurrà e illustrerà un capitolo del quaderno d’artista L’amavo troppo e le ho sparato, pubblicazione transmediale e bilingue, edita da Capovolte, dedicata a lettori e lettrici a partire dai 12 anni di età e al personale educante che si occupa di contrasto alla violenza. Il quaderno ha lo scopo di favorire il riconoscimento delle radici culturali della violenza di genere e delle sue manifestazioni, per imparare a contrastarle. Uno strumento artistico di formazione e supporto per l’analisi dei ruoli di genere e dell’immaginario legato alla virilità, che porta con sé assegnazioni e ingiunzioni sociali in cui la violenza raramente è messa in discussione, se non nel momento in cui diventa reato.

“Il lavoro con questi frammenti di archivio permette di ricucire una storia solo apparentemente lontana e di contattare la propria esperienza, ragionando sulla diversità di punti di vista e sulle diverse letture espresse dal gruppo”.

Le studentesse e gli studenti del Corso per Animatori Interculturali

“L’amavo troppo e le ho sparato ci ha permesso di sperimentare una pratica tradizionale e molto segnata in termini di genere e risignificarla completamente”.

Le studentesse e gli studenti del Corso per Animatori Interculturali

“Ho scelto di ricamare la parola “ira”. Il ricamo costringe all’attenzione, alla cura: la mia rabbia per la persistenza della violenza di genere si è stemperata e incanalata, trasformata”.

Le studentesse e gli studenti del Corso per Animatori Interculturali

“Abbiamo appreso i rudimenti di una tecnica, sradicato alcuni assunti, praticato manualità e pazienza. Io ho verificato che trovare scorciatoie non sempre serve. Osservare gli errori aiuta a riaggiustare il tiro”.

Le studentesse e gli studenti del Corso per Animatori Interculturali

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