Serie of five photographies, 100 x 100 cm. 2011
Dresses by Clara Daniele
Una riflessione sulle forme dell’abbandono, sulle ripercussioni private dell’esclusione, sulle possibilità del linguaggio visivo nel tempo della sovraesposizione all’immagine e della massiva diffusione dei dispositivi di ripresa. Alle impervie condizioni ambientali si intrecciano istanze di autodelegittimazione provienenti, in buona parte, dalla secolare marginalizzazione del lavoro femminile. Ripercorrendone il gesto, nel tessere e disfare un enorme groviglio di fili, mi sono domandata cosa in fondo, e implacabilmente, aspettasse Penelope. Io aspettavo di sapere. Di aprirmi un varco. Nessuna risposta pacifica gli interrogativi.
Il filo del discorso si spezza, si torce entro un bosco artificiale, e con ostinazione disegna architetture di pensiero contraddittorie.
A reflection about the inner chances of visual language in times of image overexposure and mass distribution of recording disposals. The performance is about the field of action, the responsibilities and the possibilities of those ones who use images for their work of art. This hard sociopolitical environment is coupled with a slight but steady habit of self-delegitimation, mostly coming from the historical marginalization of female work. The thread of a conversation snaps down, twists into a cultivated wood and nevertheless moves up and down tracing visionary and conflicting architectures of a thought.