IL PROGETTO

Inglese

PREMESSA
“L’approccio artistico permette di interrogare i fatti della società con la necessaria distanza e di rispondervi investendo pienamente i nostri corpi, le nostre emozioni, il nostro pensiero.” Jean-Pierre Paringaux, partecipante al workshop Archives Brûlantes

La scorsa estate, l’artista Irene Pittatore e la formatrice Isabelle Demangeat si trovavano sulle Alpi Marittime francesi a studiare atti di processi per femminicidio a partire dalla metà dell’Ottocento, in vista di un workshop sulla violenza di genere. Mentre le dichiarazioni di accusati e testimoni scorrevano sotto i loro occhi, con posizioni assolutorie nei confronti di un crimine considerato ‘’passionale’’, sulle loro teste elicotteri della Gendarmerie pattugliavano i dintorni di Gréolières in cerca di un uomo armato, in fuga nei boschi dopo aver ucciso la compagna. Negli stessi giorni, al telefono, una collega italiana, minacciata di morte da suo fratello, cercava di farsi assegnare una residenza fittizia per tutelare la propria incolumità.
La storia, le geografie, il presente. Il senso di un assedio. 
La persistenza della violenza degli uomini sulle donne. Che fare?


L’AMAVO TROPPO E LE HO SPARATO
L’amavo troppo e le ho sparato è un quaderno d’artista interattivo e transmediale mosso dal desiderio di unire le forze e i più efficaci strumenti per contrastare la violenza di genere. Il progetto è concepito da un’artista e giornalista pubblicista italiana – Irene Pittatore – e da una formatrice e coach francese, con esperienza internazionale nel campo dell’inclusione e della diversità – Isabelle Demangeat.
Il contributo di 129 donatori, fra Enti e soggetti privati, unito a quello della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, consentirà di mettere a punto la prima edizione – a diffusione gratuita per scuole e associazioni – del quaderno d’artista in versione e-book, ovvero di sviluppare un set di strumenti di natura artistica e pedagogica per favorire il riconoscimento delle radici culturali della violenza di genere, spesso condivise inconsapevolmente, e delle sue manifestazioni per imparare a contrastarle. Il quaderno, bilingue (italiano e inglese), sarà progettato avvalendosi delle competenze e dell’esperienza di donne che hanno subito violenza, così come di professioniste/i internazionali afferenti un ampio spettro di discipline: storia, sociologia, psicologia, medicina legale, giurisprudenza, arte, letteratura, pedagogia.

COME SARÀ  FATTO IL QUADERNO
I contenuti comprenderanno contributi narrativi, visuali, sonori e video (attivabili anche attraverso QR codes):
➜ interviste e interventi scientifici nell’ambito della psicologia, della pedagogia, della medicina legale, del diritto;
➜ fonti d’archivio: stralci di storici processi per uxoricidio che aiutino a rilevare la ricorrenza della violenza di genere (Archivi di Stato di Firenze, Torino, Toulon);
➜ format artistici interattivi: si vedano a titolo di esempio, Ponti ad arte di Tea Taramino e il workshop Archives brûlantes – Femminicidi nella storia di Isabelle Demangeat e Irene Pittatore;
➜ poster e contenuti formativi stampabili da affiggere in classe o presso le sedi delle associazioni;
➜ un manifesto dedicato alla prevenzione, elaborato collettivamente dalle autrici e autori del Quaderno aperto al contributo di lettori e lettrici;
➜ call to actions (inviti all’azione, alla partecipazione individuale o di gruppo);
➜ pagine bianche da scrivere sotto forma di diario personale stimolate da domande/ immagni/ giochi di ruolo;
➜ sezioni aperte da compilare con interviste e ricerche;
➜ esercizi individuali e di gruppo, test;
➜ pagine dedicate a schizzi per campagne contro la violenza di genere;
➜ tracce per laboratori di consapevolezza.
A titolo esemplificativo, si tratta di una pubblicazione che si situa fra il Manuel d’activisme féministe di Sarah Constantin ed Elvire Duvelle-Charles e i libri interattivi di Keri Smith.